L'evoluzione delle memorie flash in termini di prestazioni e costi di produzione ha consentito la diffusione degli hard disk drive ssd su tutti gli ultrabook, netbook e notebook.
Assistiamo inoltre ad un notevole flusso di upgrade dei computer portatili dotati di hard disk tradizionale verso SSD, in quanto questo tipo di dispositivo rende il personal computer estremamente reattivo e performante.
La scelta di un drive ssd viene fatta essenzialmente per il beneficio prestazionale, associata a minore consumo energetico e assembly ipercompatto.
Se pensiamo ad un ultrabook o un MacBook Air lo immaginiamo sottile e superleggero.
In questo gli SSD sono insuperabili, compatti, veloci e dal basso consumo, e non soggetti a danneggiamento da urti, non avendo elementi in movimento all'interno.
L'incremento della produzione industriale delle memorie flash che equipaggiano i dischi a stato solido ha consentito una importante riduzione del costo per l'utente finale, consentendone un'alta diffusione .
Come sono fatti gli SSD
Gli SSD sono costituiti da una scheda elettronica, un microchip di controllo e le memorie FLASH.
Le memorie flash moderne sono eccezionali in quanto sono completamente immuni da trauma da caduta e possono offrire capacità di memorizzazione soddisfacenti per qualsiasi tipo di utilizzo.
La possibilità offerta dagli SSD che sfruttano le celle di memoria in RAID 0 rende inoltre possibili prestazioni di lettura e scrittura di altissimo livello, irraggiungibili da qualsiasi hard disk drive tradizionale in quanto sono assenti le latenze dovute alle operazioni fisiche di SEEK delle testine magnetiche.
Caratteristiche principali di un SSD
La memoria flash è composta da planes, che contengono blocks, che, a loro volta, contengono pages. Le pages si compongono di celle di dati.
Ogni operazione di lettura e scrittura avviene nelle pages. Le operazioni di cancellazione avvengono al livello di blocchi, e vanno ad interessare pagine multiple.
Per far sì che una memoria flash sia friendly ed affidabile all'interno della memoria vi è un meccanismo detto FLT (Flash translator layer).
Tale meccanismo fa sì che tutte le informazioni aggiornate siano scritte e poi lette in una nuova pagina vuota; si assicura che tutte le pagine programmate siano distribuite in maniera uniforme su tutta la memoria così da essere utilizzate in maniera uniforme; mantiene un elenco delle pages vecchie non valide, così che possano essere riutilizzate.
La caratteristica principale al livello infrastrutturale
di un disco a stato solido è, come abbiamo detto, la completa assenza di
componenti meccaniche (principale differenza infrastrutturale con un
disco rigido standard).
Non esistono parti in movimento come negli hard disk con la loro
componente meccanica; questo oltre a significare velocità nelle
prestazioni, equivale, anche e soprattutto, ad una completa resistenza
agli urti e alle cadute (un disco a stato solido infatti non si
danneggia se cade), nonchè ad un basso consumo energetico ed una
velocità notevoli.
Le unità a stato solido hanno però una ulteriore caratteristica che li differenzia da un hard disk, e da qualsiasi altra tipologia di memoria: una memoria flash ha un ciclo vitale predefinito, è soggetta ad usura e degradazione. Ciò avviene perchè una cella di memoria flash non può essere modificata, il che vale a dire che, ogni volta che si avvia una nuova scrittura sul disco, la memoria viene riscritta ex novo, tramite un processo in background. Tale caratteristica la rende quindi sensibile ad usurarsi nel tempo. La memoria flash andrà a rallentarsi via via in maniera più significativa, fino a quando la memoria morirà definitivamente.
La tecnologia flash assicura il massimo prestazionale in termini di velocità in lettura e scrittura del drive.
L'infrastruttura semplice, la compattezza e la maneggevolezza di queste
memorie ne giustificano la notevole diffusione a cui si assiste,
unitamente al basso consumo energetico.
Le stesse caratteristiche, in particolar modo la compattezza di tali memorie, sono motivo di complessità nella malaugurata ipotesi via sia una perdita di dati contenuti in essa.
Salvare i dati su un SSD è davvero così sicuro?
L'incremento di utenti che hanno abbandonato il vecchio hard disk per passare al disco a stato solido desta qualche preoccupazione tra chi interviene per il recupero dati da tutti i dispositivi di archiviazione, e ne conosce per ognuno alla perfezione le caratteristiche più intrinseche, infrastrutturali e prestazionali.
Chi credeva di aver messo al sicuro i propri dati
scegliendo un disco a stato solido resterà purtroppo deluso. Nessun
utente è davvero consapevole della pericolosità di salvare i dati su un
SSD.
Intervenire su una memoria flash è decisamente più complesso rispetto ad un recupero dati da un hard disk nelle condizioni peggiori.
Certamente nessun produttore ci informerà in merito al fatto che un SSD
abbia vita breve rispetto ad un hard disk, ma ne esalterà probabilmente le sole qualità (innegabili) in termini di performance.
Memorie flash, come quella dell'SSD, hanno riscontrato massimo impiego
tra i nostri dispositivi di archiviazione tra cui smartphone, pennette
usb e sd card.
Un hard disk non è affatto concepito per avere un ciclo vitale
predefinito. Può funzionare in maniera impeccabile anche a distanza di
molti anni. A fronte di quanto approfondito sopra, non possiamo dire lo
stesso di una memoria flash.